sexta-feira, 31 de janeiro de 2014

Ayrton Senna's Honda NSX for sale


A Honda NSX bought for Ayrton Senna, the three times Formula One World Champion, is being sold at auction

Ex-Ayrton Senna Honda NSX for sale at auction 22/2/14
The black 1992 Honda NSX was purchased for Ayrton Senna to use in Portugal 
A 1992 Honda NSX driven by Aryton Senna, the famed three times Formula One World Champion, is being offered at auction on February 22.
The car was purchased by Antonio Carlos de Almeida Braga, close personal friend, manager and mentor of Senna, for the driver to use when he visited his home in Portugal.
Following Senna's death at Imola in 1994 during the San Marino Grand Prix, the car remained in the garage at Braga's home where it was not allowed to be touched or driven by anyone. After two years it was sold to a buyer who kept it only a short time before being purchased by the current owner 17 years ago.
All three of Senna's Formula One World Championships with McLaren were powered by Honda engines. He had been involved with the development of the NSX and his recommendations had been implemented in the production process, most notably the stiffening of the aluminium monocoque.
The V6-engined NSX was an engineering masterpiece with the famous Honda VTEC variable valvegear technology and handling that surpassed its supercar rivals, while being easier to drive than all of them. Senna's own black NSX remained one of his most cherished possessions and today is still the property of the Senna family in Brazil.

http://www.telegraph.co.uk/motoring/classiccars/10602640/Ayrton-Sennas-Honda-NSX-for-sale.html

F1 | Prost: “Il confronto con Senna mi ha reso un pilota migliore”

31 gennaio 2014 – Alain Prost rende omaggio ad Ayrton Senna, riconoscendo che il confronto con il pilota brasiliano ha giocato un ruolo importante nei suoi successi.
Il quattro volte campione del mondo è stato inserito nella Hall of Fame del magazine britannicoMotor Sport e nel corso della serata di premiazione ha voluto ricordare il pilota brasiliano, compagno di tante battaglie in pista.

La rivalità tra i due, compagni di squadra in McLaren per dal 1988 al 1989, ha fatto scrivere pagine di storia della Formula 1 e ha segnato un’epoca. Il confronto finì con il ritiro di Prost al termine del mondiale 1993, dopo la vittoria del suo quarto titolo, e Senna morì poco dopo, il 1° maggio del 1994 a Imola.



Anche se ho realizzato il significato della mia rivalità con Ayrton solo dopo che mi sono ritirato”, ha dichiarato Prost, “penso che la competizione che ho affrontato a quell’epoca mi abbia reso un pilota migliore. Le nostre battaglie hanno fatto  molto bene alla Formula 1 e l’hanno portata a un altro livello, più umano”.



DDPI


Getty

Prost ricorda quanto lui e Senna fossero diversi e ringrazia per “Avevamo caratteri diversi, un diverso stile di guida e un diverso approccio allo sport, ma quando mi sono ritirato, ho capito molto più chiaramente come era fatto Ayrton, e devo ringraziarlo, perché i miei successi sono per il 50% merito suo”.
F1P | Matteo Sala



F1 | Prost: “Il confronto con Senna mi ha reso un pilota migliore”. Disponível em: <http://www.f1passion.it/2014/01/f1-prost-il-confronto-con-senna-mi-ha-reso-un-pilota-migliore/>. Acesso em: 01 de fevereiro 2014.


Remembering Ayrton: ‘The James Bond Years’

Gerhard Berger and Ayrton Senna 1991
Photo: The Cahier Archive


Former Grand Prix driver Gerhard Berger likens his three seasons as Ayrton Senna’s McLaren team-mate as “the James Bond Years”, when money, fame, success and girls were very prominent in their lives.
In our latest ‘Remembering Ayrton’ feature, we take a quick look at their time together…
“We had everything is was possible to have materially,” Berger would later recall in the years after the Brazilian’s death. “It’s only afterwards that I realise just how fantastic it really was. We lived the kind of life you only see in a James Bond film, but even in the James Bond films there is always a tragedy and unfortunately, Ayrton had the role of the tragic hero.”
Despite their being team-mates between 1990-92, the pair actually met as far back as 1983 when they were competing in Formula 3, and they instantly became friends.
The friendship really became a close when Berger joined McLaren in 1990, swapping places with Alain Prost who took Berger’s Ferrari seat. After such an unhappy time alongside Prost, Berger proved to be a breath of fresh air for Ayrton, and the pair formed one of the closest friendships between team-mates witness before or since.
Their years of friendship provided the Austrian with a collection of unbelievable memories, many of which will no doubt find their way into a book he will no doubt land up writing about their time together. When that will actually be is entirely Berger’s call…
Indeed, one of the analogies often attributed to the Senna-Berger relationship was that the Austrian taught Senna how to take life less seriously. Berger played a battery of pranks on the Brazilian during their years together, and Senna wasted little time trying to get revenge on the fun-loving Gerhard.
One account tells of an incident at Monza where in a joint helicopter ride Senna had been showing off his new tailor made briefcase. With it being made of carbon-fibre composite, Senna argued that it should be virtually indestructible, and Berger, without any hesitation and much to Senna’s horror, opened the door of the helicopter and threw the briefcase out, to test Senna’s theory.
“It fell somewhere near the course but we found it again,” Berger recalled.
On one of their visits to Adelaide for the end-of-year Grand Prix, Berger filled Senna’s hotel room with animals. Understandably infuriated, Senna confronted Berger by saying: “I’ve spent the last hour catching twelve frogs in my room,” to which Berger replied, “Did you find the snake?”
Senna would later get his revenge by putting a strong-smelling French cheese in the air conditioning unit of Berger’s own room.
The most famous of his many pranks is probably an incident in which Berger replaced Senna’s passport photo with what then McLaren boss Ron Dennis described as “an equivalent-sized piece of male genitalia”. Senna’s fame meant he rarely had his passport checked when he travelled overseas, but on a later trip to Argentina Berger’s prank resulted in officials holding the Brazilian for 24 hours. As a response to this gag, Senna superglued all of Berger’s credit cards together!


Remembering Ayrton: ‘The James Bond Years’. Disponível em: <http://richardsf1.com/2011/07/31/remembering-ayrton-the-james-bond-years/>. Acesso em: 01 de fevereiro 2014.

Berger-Senna : Gli anni alla “James Bond”

Articolo di Jane Nottage
08-giu-2008

Gerhard Berger e Ayrton Senna 1991
Foto: The Cahier Archive


Gerhard Berger non ha mai voluto parlare di Ayrton Senna, semplicemente troppo grande il dolore. Nel dicembre del 2001, però, l’austriaco ha deciso di vuotare il sacco raccontando quegli anni nei quali i due furono amici, “Gli anni alla James Bond” come Gerhard stesso li ha ribattezzati, un periodo dove i soldi, il successo e le donne caratterizzarono ogni momento della loro vita: una storia che non si ripeterà mai più.


Gerhard Berger e Ayrton Senna andarono d’amore e d’accordo sin da quel lontano giorno del 1983, nel quale divennero immediatamente amici. Avevano molto in comune, i loro padri gestivano delle attività economiche ben avviate, ed entrambi volevano sfondare anche in Formula 1. Fu un’amicizia che durò fino al 1° maggio 1994 quando, quindici minuti prima che si spegnessero i semafori alla partenza, si scambiarono un sorriso per l’ultima volta. Comprensibilmente, da quel giorno fatale, Berger non ha più avuto dolci ricordi di Imola: non solamente perché quello fu il luogo dove perse il suo miglior amico, ma piuttosto perchè lo stesso tracciato fu teatro di un incidente molto simile cinque anni prima, nel 1989 e Gerhard era stato molto fortunato ad esserne uscito illeso: l’austriaco tuttora ricorda il suo incidente come se fosse accaduto ieri, ammettendo di aver visto passare di fronte a lui tutta la sua vita, convinto com’era che non sarebbe sopravvissuto.

Contro tutti i pronostici la Ferrari aveva vinto la prima gara della stagione in Brasile ed aveva grandi speranze per la gara di casa, e Mansell e Berger erano i beniamini della folla. Alla partenza Senna e Prost scattarono inseguiti da Mansell in terza posizione e da Berger in quinta. L’incidente avvenne al 4° giro quando la Ferrari dell’austriaco uscì di pista al Tamburello, urtando le barriere a 256 chilometri all’ora. L’impatto distrusse la vettura che strisciò per 100 metri prima di incendiarsi. Passarono venti lunghissimi secondi, un record considerando che da allora la Formula 1 aveva fatto di tutto per eliminare i rischi di incendio dalle monoposto. Tutto sommato fu un incidente meno grave di quello di Senna, meno violento, ma d’altra parte Berger sopravvisse all’impatto e cosa miracolosa, riuscì a scampare anche alle fiamme. Appena perse il controllo della macchina, all’austriaco sembrò di andare incontro alla morte:”Appena urtai le barriere pensai ‘Cavolo Gerhard non ce la farai, non sopravviverai’. Così misi le braccia sul petto e mi preparai all’impatto”. Berger perse i sensi quando Sid Watkins lo trovò:- ”La prima cosa che vidi quando mi svegliai è che c’era il professor Watkins seduto che stava cercando di infilarmi un tubo in gola. Ero ferito, così mi resi conto di essere ancora vivo”. Avevo una costola rotta, ustioni di natura chimica sul corpo a causa della fuoriuscita di benzina e una ferita di secondo grado alla mano.
In una scena molto simile a quella dell’incidente di Senna cinque anni più tardi, la gara venne fermata mentre Berger venne portato all’ospedale in elicottero. “Il giorno dopo Ayrton mi telefonò per sapere come stavo e io gli dissi ’Ayrton dobbiamo togliere quel fottutissimo muro è troppo pericoloso”. A causa delle ferite Berger saltò il Gp di Monaco ma riuscì a presentarsi al Gp del Messico un mese dopo alla fine di Maggio. Quando Senna e Berger tornarono sul tracciato di Imola per svolgere dei test, andarono a piedi fino alla curva del Tamburello. Berger ricorda:-”Ayrton ed io ci incamminavamo verso il Tamburello per vedere cosa si poteva fare. Ayrton guardò dietro il muro e vide che c’era un fiume e mi disse ‘Gerhard non possiamo spostarlo, dietro c’è un fiume’. Ci guardammo l’uno con l’altro e fummo d’accordo. Allora dissi ad Ayrton ‘Non possiamo fare niente però sicuramente qualcuno ci lascerà le penne su questa curva’”. Ed Ayrton morì esattamente lì in quel punto dove ci trovavamo a parlare.
Berger e Senna si incontrarono la prima volta nel 1983 a Silverstone, in Formula 3. Senna stava dominando la serie britannica. Berger ricorda- ”La stagione successiva andai in Inghilterra per partecipare alla gara di Formula 3, avevo un set-up veramente disastroso, così andai a parlare con Dick Bennets e Ayrton era seduto con lui. Gli chiesi di quali marce avessi bisogno e di quali molle, Ayrton mi guardò come se volesse dire ’Chi è questo ragazzo che sbuca fuori all’improvviso e comincia chiedendomi come potrebbe essere il suo assetto?’ A quel tempo non avevamo la più pallida idea del nostro futuro, ma c’era un buon feeling tra me e lui e sapevamo che ci stimavamo l’un l’altro”. Non erano ancora particolarmente amici a quei tempi, ma la netta superiorità di Ayrton era affascinata dall’approccio più aperto di Berger. I due si incontrarono di nuovo al prestigioso GP di Macao per le vetture di Formula 3. A quel tempo nessun pilota intravedeva ancora il suo futuro, ma Senna però stato ingaggiato dalla Toleman di F1. Berger dice:”Ayrton vinse la gara e io arrivai terzo, e il giro veloce venne assegnato a me. Io pensai che si trattasse di un errore, convinto com’ero che era stato Ayrton a farlo, ma fu assegnato a me, così accettai il risultato. Quella sera ero ad una festa e lì incontrai Ayrton per la prima volta. Mi disse ’Ho fatto il giro veloce’. I risultati ufficiali erano usciti e quindi non c’era niente da discutere, io gli dissi solo ‘L’hai fatto tu, ma l’hanno assegnato a me!’ Quindi parlammo e ridemmo. Penso che cominciò così la nostra amicizia sebbene non ce ne rendessimo ancora conto”.
La famosa frase “L’hai fatto tu, ma l’hanno assegnato a me!” sancì l’inizio della loro amicizia. Senna non era ancora una star. A quell’epoca entrambi erano sicuri che sarebbero finiti in Formula 1. Nel 1987 Senna si interessò molto seriamente di Berger, quando passò dalla Benetton alla Ferrari. A quel tempo Ayrton guidava una poco competitiva Lotus ed era chiaro che Berger era capitato in un top team. “Ayrton si rese improvvisamente conto che c’era un nuovo avversario a cui prestare attenzione, così cominciò a diventare molto amichevole facendomi domande su come lavorassero in Ferrari in modo da raccogliere tutte le informazioni possibili” ricorda Berger. “Quello era il suo modo di fare, il momento in cui si rese conto che qualcuno o qualcosa avrebbe potuto portargli via quello che voleva”. Fu a quel punto che la loro amicizia cominciò a crescere. Nacque il mito che Berger insegnava a Senna a ridere e Senna insegnava Berger a correre, ma la verità in realtà è più complessa. Così dice Berger:”Ayrton aveva un grande vantaggio a causa della sua notevole esperienza, dal momento che cominciò a correre a quattro anni, mentre io a ventuno. Lavorò duro, ma non l’ho mai visto lavorare più degli altri piloti di punta, il suo vero talento era nella concentrazione. Rimaneva concentrato tutto il tempo, riconosceva i suoi punti deboli e lavorava per correggerli. Aveva un incredibile capacità di gestione, dai duelli in pista, alle dichiarazioni alla stampa e all’analisi dei dati tecnici” Le capacità di Senna in Formula 1 non sono mai state messe in dubbio, ma la sua esperienza e capacità non erano così estese. Come ammette Berger, il brasiliano non era così esperto:”Ayrton cominciò a correre così presto che non fece mai nient’altro di diverso, mentre io avevo vissuto una vita più normale, ero passato attraverso le discoteche e la vita notturna. Io dovevo portare qualcosa nell’amicizia che lui non aveva sperimentato e così fu. Ma non è vero che io gli insegnavo a divertirsi, non c’è nessuno meglio di un brasiliano che sappia come comportarsi in una discoteca, ci sono nati. Lui doveva soltanto lasciarsi guidare e sarebbe andato avanti da solo”.
Dal momento che Berger non ha mai parlato del suo rapporto con Senna e della loro condivisa amicizia, si sono creati e rafforzati con il tempo degli aneddoti che sono diventati veri e propri miti e leggende, tramandate fino ad oggi. Senza che sia arrivata mai una conferma o una smentita. Ce ne parla a cuore aperto ora: “Nella vita, e soprattutto in questo mondo,ciascuno di noi è protagonista della sua storia , come se fossimo a recitare su un palco. A Senna è toccata la fama di leggenda dell’automobilismo, a me invece quella del ragazzo scapestrato, ma la verità sta nel mezzo, perchè entrambi siamo stati piloti professionali ed ambedue ci siamo concessi qualche momento di svago nella vita privata. Di certo eravamo consci che davanti a noi si aprivano le porte di una carriera, e che dovevamo concentrarci in primis su di essa.”
Nel 1990 Berger lascia la Ferrari e diventa il compagno di squadra di Ayrton alla Mclaren, quando Alain Prost passa a Maranello. C’erano stati screzi fra il brasiliano ed il francese, e Gerhard portò una ventata di aria fresca. Nacque la più solida amicizia fra due piloti dello stesso team, che la storia della F1 abbia conosciuto. Fu l’inizio di tre anni di soddisfazioni dentro e fuori dall’abitacolo per i due. E soprattutto fu l’occasione per conoscere le vere potenzialità dei due confrontate con la stessa vettura. Senna era chiaramente il più veloce dell’austriaco. L’anno precedente si era qualificato quasi sempre un secondo più veloce di Alain. Ora aveva un compagno diverso con cui confrontarsi. E Berger dava un bel da fare a Senna, riuscendo ad andare “solo” due decimi di secondo più lento. ” Se mettessimo a confronto le nostre qualifiche e facessimo una somma, si potrebbe vedere che poi alla fine non stavo poi cosi’ indietro. Ho potuto fare esperienza diretta del suo talento, e sapevo di non poterlo battere sempre, e quelle volte che ci riuscivo facevo del mio meglio, e le altre tentavo di andare vicino il più possibile. Ma non potevo combatterlo aspramente. Ne sarebbe stata inficiata la nostra solida amicizia. Forse l’ho fatto in modo differente da Alain. Di sicuro Ayrton era la presenza più importante in fabbrica,era campione del mondo,il migliore nel suo lavoro, e tutti che si fidavano ciecamente di lui, tutti che lo supportavano e facevano il tifo solo per lui. Ma non me lo ha mai fatto pesare. C’erano però alcuni momenti, quando si ritrovava nelle condizioni di lottare per il titolo, in cui io avevo sempre la sensazione che la squadra fosse felice per una mia vittoria solo perchè andava a vantaggio di Ayrton nell’economia del campionato.”
Berger ha una sua idea del perchè del rapporto conflittuoso fra Alain ed Ayrton : “Se hai qualcuno come Senna o Schumacher come compagni di squadra, ci sono differenti modalità di portare avanti il rapporto professionale. A quel tempo Senna sicuramente era il migliore senza dubbio, e tutti lo sapevano. Alain ha avuto la sfortuna di doversi confrontare con lui con lo stesso potenziale di vettura, infatti ben sapeva di non poter competere in termini di velocità, ed allora si è messo abbastanza precomente l’anima in pace sotto questo punto di vista. A quel punto aveva due scelte , o dire “Va bene, non cerco il confronto impossibile e so quali sono le mie potenzialità, dove posso arrivare e dare il mio contributo per far crescere la squadra.” Semplicemente accettare i propri limiti. Lui invece, ha rifiutato di prendere in considerazione tutto questo, e la faccenda è diventata una questione politica. Ha sbagliato “in toto” e non ha esitato ad infamare le persone. Tutto questo ha causato una situazione problematica, ed Ayrton ne ha risentito, perchè sapeva di essere nel giusto, con Prost che tentava di destabilizzarlo. Era chiaro che tutte queste vicende erano qualcosa di grande da gestire anche per una persona astuta come il francese. E di fatti tutto ciò sarebbe esplosa di li’ a poco “. Non che il rapporto fra l’austriaco e Senna fosse totalmente idialliaco fin dall’inizio. Berger si fece un’ idea della realtà alla Mclaren, cosa significava essere compagno del brasiliano. Senna avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo per mantenere il gap di prestazioni fra lui e Gerhard. Se ne fece un’idea già quando Berger si era portato dalla Ferrari il motorista Ascanelli, un eccelso professionista, considerato un genio della tecnica capace di risolvere un qualsiasi problema evidenziato dal pilota , prima che questo fosse uscito dall’abitacolo. Berger lo sa bene ” Giorgio era l’ingegnere che mi seguiva in Ferrari ed era il migliore. Ma io non l’ho stimato abbastanza. Tutto quello che avrei dovuto fare era dirgli tre semplici parole appena tornato ai box dopo un giro di pista, e lui avrebbe saputo rispondere e risolvere in un secondo il problema per permettermi di andare più veloce. Ma in Mclaren le cose si complicarono io non potevo contare più sul suo appoggio, i tecnici che mi seguivano non capivano, ed allora convinsi Ascanelli a seguirmi nella mia avventura a Woking. Il paradosso è che Dennis lo assegnò subito ad Ayrton lasciandomi alquanto contraddetto. Anche questo fu un motivo in più del successo di Ayrton. Avevano capito che sicuramente avrei migliorato di molto i miei tempi, e allora si premunirono. E’ stato un mio errore non aver fatto la voce grossa” .
Intanto Giorgio ed Ayrton iniziarono a lavorare assieme, e dopo le prime incomprensioni, si dimostrarono fin da subito una coppia imbattibile. All’inizio del 1992, la Honda decide di abbandonare la F1. Sochiro Honda lo disse prima ad Ayrton che a Ron Dennis ed alla Mclaren. E Senna lo confidò segretamente a Gerhard. Entrambi decisero di dire addio alla scuderia, ora che la squadra era senza un valido propulsore. La Mclaren avrebbe iniziato un calo vistoso. ” Ayrton andò in Williams nel 1994, ma il suo addio fu preparato molto tempo prima. Quando seppe della Honda, mi avverti’ di cambiare aria perchè le cose non sarebbero andate più come prima. Lui aveva un rapporto molto confidenziale con i giapponesi, e sapeva sempre le cose prima di Ron Dennis, con il quale ufficialmente c’era il rapporto di collaborazione. Avevamo deciso insieme di abbandonare la barca prima che affondasse. Tuttavia avevamo scopi differenti. Io il denaro, lui il successo e una scuderia che potesse dargli queste garanzie tecniche. Sicuramente all’epoca la Williams era l’unica opzione. A me non importava tanto di garanzie tecniche, cercavo una sistemazione comoda e scelsi la Ferrari perchè conoscevo l’ambiente nonostante all’epoca il team non navigasse di certo nell’oro. Era anche una sfida. Toccato il fondo non puoi far altro che risalire e la Ferrari non poteva certo restare cosi’ indietro per troppo tempo, anche se la crisi era stata profonda ed avevano sfiorato l’addio alla F1. Decisi di tornare quando ci fu un valido accordo contrattuale. Ayrton ed io ne parlammo ed io dissi “Ok, posso provarci, vado mi rendo conto se la cosa è fattibile, magari posso smuovere un pò la situazione per il verso giusto,vedere come vanno le cose, e se tutto va per il verso giusto potremmo continuare assieme a Maranello nel giro di uno,due anni.” Nel frattempo aveva puntato gli occhi sulla Williams. Però le trattative si fermarono e Frank dovette aspettare un anno prima di averlo in squadra. Se fosse venuto con me in Ferrari sicuramente ad occhi chiusi credo avremmo fatto bene quanto come la Ferrari di Schumacher.” Senna aveva iniziato una lunga trattativa con Williams, per assicurarsi quel sedile agognato. L’unico problema, il grande problema, era che l’altro sedile era occupato per il 1993 dal suo acerrimo rivale Prost. “Ayrton mi disse che avrebbe corso per Williams,perchè il contratto era stato firmato e l’accordo era stato posto sotto ogni minimo dettaglio. Poi accade una sorta di rivoluzione, e disse che non avrebbe mai corso per loro. Due mesi dopo aveva cambiato nuovamente opinione. Questa volta andava dicendo che avrebbe tentato l’avventura perchè era l’unica vettura in grado di dargli il successo per gli anni a venire. A quei tempi ci furono alcune negoziazioni ed era abbastanza chiaro fare una previsione su quale sarebbe stata la squadra di Ayrton nell’immediato futuro. Ron fece di tutto per tenerlo con sè, ma non aveva i mezzi necessari per farlo e garantirgli un adeguato sviluppo tecnico della vettura. Lui aveva solo i soldi dalla sua parte, Ayrton voleva il successo, il titolo. Era chiaro che sarebbe finita di li’ a poco. Il distacco dalla Mclaren fu traumatico. Berger dice che ci fu una frattura insanabile nel rapporto di fiducia fra Senna e Ron Dennis: ” Per come era stato portato avanti il tira e molla dell’affare Senna-Williams-Mclaren si venne a creare una situazione tale da deteriorare la relazione fra Dennis ed Ayrton . Specialmente Ron si sentiva tradito perchè lui ha avuto un atteggiamento molto protettivo per il suo team. Credeva che Ayrton avesse tutto in Mclaren, e che non gli mancasse nulla, e non poteva accettare che la realtà non fosse cosi’ come lui se la immaginava. Però tutti portavano nel cuore Ayrton perchè lui aveva fatto tanto per la squadra, e dopo che le trattative si conclusero, il rapporto con Ron si ricuci’. Senna non aveva avuto altre scelte che restare e firmare un contratto per il 1993 con la Mclaren, anche se questa non era stata la sua volontà iniziale. Poi accade il famoso episodio durante un breve viaggio con un elicottero, quando Gerhard lanciò fuori dal portello del veivolo la borsa di Senna. Anche lui ci conferma che il curioso evento accadde realmente cosi’ come è stato descritto. “Qualche giorno dopo la sua firma per la Mclaren, ci trovavamo a Villa d’Este nei pressi di Como per il gran premio monzese di quell’anno, il 1992. Quella mattina, prima che fossimo trasportati al circuito con l’elicottero, Ayrton mi disse dell’accaduto e che aveva firmato per un altro anno con loro e quando ci trovavamo nel bel mezzo del viaggio, decisi di lanciare per aria la sua borsa. Era uno scherzo come tanti ce ne facevamo a vicenda in quegli anni.” E che scherzo! I due giovani piloti vissero una vita non comune, che molti stentano ad immaginare. Non solo potevano disporre di denaro a palate (ognuno di loro riusciva a guadagnare più di dodici migliori di dollari all’anno fra stipendio e sponsorizzazioni varie), ma erano anche entrambi molto famosi e conosciuti in tutto il mondo, e per molti fans, una modica cifra di cento milioni di persone, erano veri e propri eroi. Tanto che Berger ammette ” Sicuramente non potevamo lamentarci per la vita che facevamo. Ayrton aveva una gran bella villa ad Angra, ed io un bello yacht, un jet ed un elicottero tanto per cambiare. Mi ricordo che una volta che andai a fargli visita in Brasile, decidemmo di prendere un elicottero ed andare a nuotare. Atterrammo in una spiaggia, creando del vero caos e panico fra i bagnanti, perchè tutti vedevano questo elicottero atterrare, e ci credevamo pazzi. E nessuno credeva ai propri occhi quando uscimmo calmi e tranquilli dal nostro mezzo, come se non fosse successo nulla di che. E con la stessa calma andammo a farci un bagno al mare e ritornammo all’elicottero. Questo era il nostro lato bambinesco che viveva ancora in noi, nonostante fossimo abbastanza grandi e vaccinati.”
“Avevamo tutto quello che ognuno poteva desiderare in termini materialistici, noi potevamo realizzare per noi stessi qualsiasi sogno di una qualsiasi persona comune: aerei,elicotteri, ville da sogno, ed una carriera fantastica. E’ solo oggi, guardando il passato , che ti accorgi di quanto eravamo fortunati ad avere tutto ciò. Quel tipo di vita che viene raffigurato nelle pellicole cinematografiche hollywoodiane, come James Bond. E come nei films di Bond c’è sempre una tragedia, e sfortunatamente toccò ad Ayrton recitare questa parte spiacevole.”

Dei sette anni in cui i due furono amici,l’austriaco serba ancora molti vivi ricordi da conservare gelosamente.Un giorno, dice, spera di raccogliere tutte le memorie in una autobiografia su tutta la carriera vissuta in Formula Uno con il suo compagno di avventure. Ma non ancora, non è ancora passato troppo tempo. Ha ancora tanto da raccontare e molti speciali aneddoti di Senna pilota. E sorprendentemente, dice che la sue performances migliori in carriera furono i tre gran premi corsi per Williams. “In Williams il suo lavoro fu davvero impressionante. Al tempo la vettura di quell’anno non era da pole position, ma questo non preoccupava affatto Ayrton, perchè ci riusci’ ugualmente. Ha sempre avuto questa caratteristica, le prestazioni in qualifica. Mi ricordo una delle tante sessioni con lui ad Imola negli anni in Mclaren. Io ero stato il più veloce, e poi lui scese in pista dopo di me e fece il miglior tempo superandomi. Io allora ritornai a fare il mio tempo e ci riuscii’, e lui ancora una volta mi superò. Guidavamo la stessa vettura e incominciammo a guardarci negli occhi, prima che l’altro uscisse dai box, quasi come se fosse una sfida solo fra noi due. In uno di questi momenti appena messasi la cintura di sicurezza, venne da me e mi disse ” Senti ora stiamo rischiando troppo” ed io replicai “Si è vero, hai ragione, ti concedo un altro round se hai coraggio”. Rischiò la puntata cosi’ come era solito fare con me.
Berger vede molte connotazioni simili in Schumacher che furono proprie di Ayrton. “Ayrton e Michael sono molto simili nel modo di fronteggiare le sfide agonistiche che si presentano loro davanti. Quando parlo con Michael mi sovviene sempre in mente Ayrton, lui mi ricorda molti aspetti agonostici di lui, il modo in cui analizza gli eventi, e l’ampiezza di vedute che ha di tutto. Non vedo nessun altro in Formula Uno al momento, in grado di paragonarsi a Michael. Io avevo una grande sensibilità per gli aspetti tecnici, per quello che bisognava cambiare sulla vettura per renderla più prestante, ma loro hanno sempre avuto un qualcosa in più, e non vedo altri che focalizzano la loro attenzione su determinati aspetti come loro. Io provavo dieci cose differenti allo stesso momento, loro ,due, e sono sempre riusciti ad ottenere sempre il 100% dalle loro prestazioni. Puoi tentare di risolvere ed aggiustare dieci problemi assieme, uno per uno e andare più veloce, ma quello che fa veramente la differenza è identificarne due o tre, e quando li hai risolti, si dimostrano quelli che ti fanno fare la differenza davvero. Michael ha questa capacità, ed Ayrton aveva la stessa facoltà. La vettura deve essere compresa in tutti i suoi aspetti, sottosterzo, sobbalzi, o qualsiasi altra cosa, ed ambedue capivano immediatamente dove dover agire, quale il fattore chiave su cui agire per ridurre il gap dai migliori. Moltissimi piloti non hanno questo talento”.
L’ultimo ricordo di Gerhard di Ayrton è il suo sorriso rivoltogli sulla griglia, nel momento in cui i nomi dei piloti venivano annunciati, e la folla di Imola inneggiante loro. “Fu un sorriso particolare. Quello di un amico che si compiaceva di vedere tanto affetto da parte della gente per te. Questa è l’ultima cosa che voglio ricordare di lui. Dopo l’incidente alcuni dissero che non c’era alcun problema e che lui era uscito incolume dall’auto, altri andavano dicendo che era successo qualche fattaccio, ma al tempo non mi sono reso conto di quello che stava accadendo. Avevo capito solo che dovevo fermarmi dopo sei o sette giri e andare nei box. Un altro pilota, non ricordo chi, mi venne incontro e mi disse che Ayrton era in pessime condizioni, che era stato ricoverato nell’ospedale di Bologna e che lo stato della sua salute era critico. Appena mi fu riferito questo, ci fu il decollo di una vettura, tagliò l’aria proprio davanti a me, ed era il risultato di un altro incidente, questa volta nei box della Lotus, proprio quando la vettura di Michele Alboreto, la Minardi, perse un pneumatico posteriore durante la sosta ai box. Stavo giusto seduto nella vettura e pensavo “Accidenti! Che diamine sta succedendo?”
“Sid Watkins era all’ospedale con Ayrton, e mi disse che le sue condizioni erano pessime. Tanto. Non c’era nessuna chance di salvarlo. Mi accompagnarono alla sua stanza e fu l’ultima volta che mi trovai al suo cospetto. Passai in quelle quattro mura alcuni minuti con lui, e non ci potevo fare nulla. Mi ritrovai di colpo di fronte alla verità della realtà. Nella vita da pilota, in un certo senso, ti senti sempre un pò pronto all’idea di morire, e di fatti durante la mia carriera ho perso tanti compagni di avventura e amici come Alboreto, De Angelis, Winkelhock, Gartner. Però il legame che mi legava ad Ayrton era più forte di quanto non fosse con gli altri citati. Era un mio caro amico, e sebbene fosse stato messo in conto, vista la pericolosità del nostro mestiere, fu un duro colpo comunque. Mi fece davvero male.”.
Dopo aver salutato per l’ultima volta la persona con cui avevo condiviso molti momenti di vita vissuta, Berger volò in Austria e si rinchiuse isolato nella sua casa. “Non parlai con nessuno per due giorni interi, vedevo la segreteria del telefono riempirsi di messaggi, ma non me la sentivo di parlare. Con nessuno. Perchè niente poteva cancellare quello che era successo, e volevo regalarmi alcuni momenti da solo, rimuginando su tanti pensieri, prima di partire per il Brasile per i funerali.”
Lui e Johnny Herbert furono gli unici piloti di Formula Uno ad presenziare la cerimonia sia di Roland che di Ayrton. Ratzemberger mori’ il giorno prima di Ayrton. Berger ebbe molto tempo per pensare e ripensare sulle cause di quel tragico incidente, ed alla fine ha tratto le sue conclusioni. “Per me, non fu una perdita di concentrazione, o un errore del pilota, perchè magari questo può accadere quando l’asfalto è bagnato e li’ in quel punto è facile uscire in quelle condizioni. Non so cosa sia successo, propendo per un guasto tecnico. Tutti si sono chiesti quale fosse quel giorno la vera concentrazione che aveva nell’animo Ayrton, dopo la morte di Roland il sabato. Tralasciano un piccolo particolare: Ayrton era il maestro della concentrazione, lui non si faceva influenzare da nulla quando bisognava farlo. Una volta sulla griglia di partenza lasciava sempre dietro di sè i pensieri e si concentrava solo sulla gara. Come competeva ad un vero pilota professionista, perchè è sempre più difficile avere la concentrazione necessaria nei momenti più difficili. E sai che proprio in quei momenti potresti pagarla cara con la tua stessa vita.”
Berger crede che Senna fosse il migliore – “Ayrton era una persona speciale. Aveva un modo particolare di presentarsi alla gente, magari ad alcuni non andava bene il suo carattere, però aveva un gran cuore e sapeva scegliersi le persone attorno a lui. Amava la sua terra, era brasiliano al cento per cento con un carattere latino. Puoi sempre dire nella tua vita di aver un una persona speciale come punto di riferimento. Enzo Ferrari lo è stato, ma non parlo soltanto del mondo dei motori, può essere un presidente, un leader, o soltanto una persona come tante con qualità speciali. Una persona lo è non per la carica che ricopre che gli dà autorità, ma bisogna avere invece l’autorevolezza, il carisma. Ayrton è una di queste persone sicuramente. Professionalmente parlando, Schumacher è bravo quanto Ayrton come ho detto prima, ma con la personalità di Ayrton se ne trovano uno su un milione. Mi manca come collega , ma soprattutto come amico, un grande amico, e non potrò mai dimenticarmi di lui.”
Articolo di Jane Nottage
Foto di Keith Sutton

FONTE PESQUISADA

Jane Nottage. Berger-Senna: Gli anni alla “James Bond”. Disponível em: <http://www.eracemotorblog.it/2008/06/08/berger-senna-gli-anni-alla-james-bond.html>. Acesso em: 01 de fevereiro 2014.




Ayrton Senna Formula One Career Statistics



Formula One Career Statistics
Name: Ayrton Senna
Nationality: Brazilian
Born: 21st March, 1960
Died: 1st May, 1994
Years Active: 1984 – 1994
GP Started: 161
Career Wins: 41
Career Podiums: 80
Career Points: 614
Best Championship Finish: Winner in 1988, 1990 and 1991 (90, 78 and 96 points respectively)

quinta-feira, 30 de janeiro de 2014

Tragédia Anunciada

Senna morreu na pista

É um absurdo um piloto morrer na pista como Rubens Barrichello falou, esperar Senna e Ratzenberger perderem suas vidas para começarem todos a agirem. Colocar áreas de escapes, pneus e etc... E fazer todos os procedimentos de segurança nas pistas e nos carros... As pessoas tem que entender que Senna morreu trabalhando, ele ficou chocado em ver Roland Ratzenberger morrer no trabalho, e com ele veio acontecer o mesmo. Certamente Senna não acharia justo também o que aconteceu com ele próprio no outro dia. Não digo que Senna estaria vivo até hoje, porque dizem que quando a gente tem que morrer, morre e pronto... Podia ser em um acidente de carro, de moto, acidente doméstico (afogamentos, quedas) ou qualquer outro acidente... mas FORA das pistas. Podia estar vivo até hoje... Ou morrer de uma doença... Não sei! Mas não morrer ali, lutando pela vitória, em Ímola, ou lutando para se destacar na F1, como Ratzenberger. Ou seja, morrer trabalhando... Serem abatidos por que ninguém tomou as devidas precauções e ninguém lutou por isso, os jovens pilotos como Ratzenberger e Rubinho não poderiam lutar mesmo, mas no time dos veteranos, que podiam travar uma guerra com os dirigentes, só Senna lutou sozinho por mais segurança e morreu. Tragédia anunciada. Absurdo!

Prost Faz Um Discurso Comovente Em Sua Introdução No "Motor Sport Hall Of Fame" E Atribui Seu Sucesso Na F1 À Seu Antigo Rival Ayrton Senna.

SENNA E PROST SE APROXIMARAM MUITO MESES ANTES DA MORTE DE SENNA

Alain Prost e Ayrton Senna
Foto: Sutton


ESTÁ EM INGLÊS:

Prost thanks Senna for F1 success 30 January 2014

Alain Prost has thanked former rival Ayrton Senna for helping him to reach the heights he did in F1.

Alain Prost marked his induction into the Motor Sport Hall of Fame by paying a touching tribute to former team-mate and rival Ayrton Senna.

The pair did not see eye-to-eye during their time together in the McLaren camp, and only began to show deference when Prost announced that he was retiring from F1 at the end of 1993, having beaten the Brazilian to claim his fourth world championship title. Just over six months later, Senna was dead, the final victim of an infamous Imola weekend, but Prost remembered his nemesis while on stage at London's Royal Opera House on Wednesday night.

“I think the competition I faced in that era made me a better driver, although I only really realised the significance of my rivalry with Ayrton after I retired,” the Frenchman confirmed, “Our battles really benefited F1 and drove it to another, more human level.

“We had different characters, a different way of driving and a different approach to the sport but, after I stopped racing, I understood the way Ayrton was a lot more clearly and I need to thank him, because my success is 50 per cent down to him.”



TRADUÇÃO LIVRE

Prost graças Senna para o sucesso F1 janeiro 30, 2014

Alain Prost agradeceu o ex- rival Ayrton Senna por ajudá-lo a alcançar as alturas que ele fez na F1.

Alain Prost marcou sua indução no Motor Sport Hall of Fame , pagando um tributo comovente ao ex- companheiro de equipe e rival de Ayrton Senna.

O par não ver olho no olho durante seu tempo juntos no acampamento McLaren , e só começou a mostrar deferência quando Prost anunciou que estava se aposentando da F1 no final de 1993 , depois de ter batido o brasileiro para reivindicar seu quarto campeonato mundial título . Pouco mais de seis meses depois, Senna estava morto, a última vítima de um fim de semana de Imola infame, mas Prost se lembrou de seu inimigo , enquanto no palco do Royal Opera House de Londres, na quarta-feira à noite.

"Acho que a competição eu enfrentei naquela época me fez um piloto melhor , embora eu realmente só percebeu o significado da minha rivalidade com Ayrton , depois que eu me aposentei ", o francês confirmou , "Nossas batalhas realmente beneficiado F1 e dirigi -la para outro , mais nível humano.

"Nós tivemos personagens diferentes , uma forma diferente de condução e uma abordagem diferente para o esporte, mas , depois que eu parei de corrida, eu entendi a maneira Ayrton era muito mais clara e eu preciso agradecer a ele, porque o meu sucesso é de 50 por cento para baixo com ele. "


FONTE PESQUISADA


Prost thanks Senna for F1 success. Disponível em: <http://www.crash.net/f1/news/199915/1/prost-thanks-senna-for-f1-success.html>. Acesso em: 31 de janeiro 2014.

Rubens Barrichello Em 1994 Acusou Berger E Outros Veteranos De Não Apoiarem Ayrton Senna Na Campanha De Mais Segurança Na F1

Autor Senna Vive
Postado inicialmente na fanpage Senna Vive no dia 30/01/2014

Ayrton Senna em 1994
Foto: Nelson Coelho

Rubinho disse que Berger, que se acidentou na curva Tamburello antes de Senna, e outros veteranos na F1 na época não corriam atrás de melhorar a segurança da categoria, apenas Ayrton Senna sozinho era quem sempre levantava a mão nas reuniões com os dirigentes, ia atrás de melhores condições de segurança. Rubinho acrescentou também que Senna quem deveria ser o líder dos pilotos. E que não é justo agora que aconteceram duas mortes, Senna e Ratzenberger, tudo mudar, a F1 ficar mais segura. E todo mundo se importar com isso só agora. Como Berger e outros mais velhos. Tinha que ter mudado antes, não ter esperado duas mortes para se mexerem, tantos os dirigentes quantos os pilotos veteranos.

Quem era o Líder dos pilotos em 1994? Alguém sabe? Era o Berger?

***

NÃO É JUSTO

POR ISSO SENNA ESTAVA TÃO TRISTE EM ÍMOLA, NINGUÉM ESTAVA O APOIANDO PARA PEDIR POR MAIS SEGURANÇA NA F1.

Eu sempre falei isso, não é justo as pessoas falarem que a morte de Senna evitou outras mortes na F1, que ele foi o crucificado para poupar a vida dos outros e etc... Pessoas dizerem que ele é um mártir da F1 e sua morte salvou a vida de muitos outros pilotos. Não é justo esperar Senna e Ratzenberger perderem a vida, cheios de sonhos, para poupar a vida de um monte de pilotos. A F1 tinha que ser segura antes, não esperar os dois pilotos perderem a vida na flor da idade, cheio de saúde e sonhos.

O Rubinho ainda era muito jovem, começando na F1, como ele mesmo disse. Ele não seria escutado, é logico. mas Berger e outros veteranos tinham que ajudar Senna a mudar antes de acontecer uma tragédia, como aconteceu e quase que foi maior, por pouco Rubinho também não perde a vida.

Esperar para acontecer a tragédia para depois se mexerem e virem com a conversa que Senna salvou a vida de outros pilotos.

Bom ele salvou sim, ele foi um Herói mesmo, sem dúvidas tudo mudou na F1, em termos de segurança por causa dele, ele salvou muitas vidas sim. Mas se todos se unissem com Senna, os outros pilotos, com certeza ele também iria ser um Herói, mas infelizmente esperaram ele morrer para fazer acontecer.

***

BERGER AMIGO DE SENNA SÓ NA HORA DA GOZAÇÃO



Berger e Senna amigos só na hora das brincadeiras
Foto: Yalla F1


Bem que o Martin Brundle disse... Que Berger e Senna eram amigos só de gozação.

Bom meus amigos, como acabamos de saber, Gerhard Berger não apoiou nosso ídolo Ayrton Senna para pedir por mais segurança na F1. Só no final, quando Rubinho teve um horrível acidente e Ratzenberger havia perdido a vida em Ímola e Ayrton Senna ficou bastante abalado foi que Berger começou a se mexer para tentar apoia-lo e ajudá-lo. Aí "a vaca tinha ido para o brejo" e Senna perdeu a vida também no dia seguinte. Como os organizadores podiam no dia da corrida colocar uma área de escape na curva Tamburello? Berger tinha que ter ajudado seu "amigo" Senna muito antes. Senna estava lutando por isso e por outras melhorias em outras pistas há tempos e no final Berger o ouviu e o apoiou para colocarem uma área de escape e pneus ali, na curva tamburello justamente onde Senna gostaria que fosse, tarde demais para fazer isso, e Senna perdeu a vida

Como fariam o que Ayrton queria na véspera da corrida ou no dia da corrida? Tinham que ter apoiado o Ayrton já muito antes... Meses, anos antes.


Pessoas Hipocritas Que Criticam Adriane Galisteu Por Ter Lançado o Livro e Não Falam Nada de Viviane Senna Explorar a Imagem de Ayrton Senna

HIPOCRISIA

Viviane Senna explora a imagem de Ayrton e ninguém fala absolutamente nada...



Essas pessoas que criticam Adriane Galisteu por ter publicado o livro “Caminho das Borboletas” não deveriam o fazer. Alegam que Ayrton era uma homem reservado e etc... por isso não concordam com a publicação do livro da Adriane. Sim ele era sim, mas o livro de Adriane é uma homenagem de amor, um tributo mesmo. Um tributo para um homem especial, um grande homem. Quem leu sabe que Adriane não postou nada demais, não teve nenhuma intriga e nem fofoca, nem sequer citou a humilhação que passou no funeral de Ayrton Senna e muito menos o as outras cachorradas que fizeram com ela antes, como bloquear a conta conjunta que tinha com Ayrton e ter sido expulsa da mansão que vivia com o campeão no mesmo dia do acidente fatal. 

Ayrton aprovaria o livro de Adriane com toda a certeza, uma linda prova de amor. Livro elegante, sincero, lindo mesmo. O que ele não gostaria mesmo foi o que a família dele fez com sua futura esposa, com a mulher que dividia a vida com ele. Será que ele aprovaria as atitudes que os parentes dele tiveram nesse momento da morte dele, do funeral? Logicamente não. Ele não gostava de lavar roupa suja em publico, como mencionado no livro The Life of Senna de Tom Rubython, ele sentiria era vergonha e tristeza pelo que a família dele fez com Adriane. Eles não tinham nada para falar, para brigar, ou "lavar roupa suja" com Adriane. Tudo partiu deles... Antes mesmo da morte de Ayrton.

Incrível que essas pessoas não falam nada, nada sobre isso.

Essas pessoas também não criticam Viviane Senna, família Senna, por ter fundado um instituto no nome de Ayrton Senna. Todas as biografias ressaltam que ele não gostava de divulgar suas altíssimas doações para instituições de caridades e para ajudar aos necessitados. Pagou operações, doou televisores para presídios, fez doações em dinheiro para os pobres, tudo no mais absoluto sigilo, que a família e sua noiva Adriane Galisteu só tiveram conhecimento após sua morte. Ayrton pedia discrição absoluta para as pessoas que ficavam sabendo de uma ou de outra doação, e justificava, para essas pessoas, que não divulgava pois não queria se promover e nem ser visto como bonzinho devido suas doações. Depois disso entende-se que ele não gostaria de ter uma entidade no nome dele como hoje a família tem. 

Porque essas pessoas não criticam a família Senna, a Viviane Senna? Só sabem criticar Adriane por ter publicado o livro. Porque ela é a parte fraca da história não é mesmo? A menina pobre, sem era nem beira. Uma modelo iniciante na época, que todos podiam falar o que quiser e julgar como quiserem. É mais fácil ataca-la. Lembrando que a família publicou também livros sobre a vida de Ayrton, a diferença do da Adriane é o preço, os publicados pela família são 10 vezes mais caros do que “Caminho das Borboletas” de Adriane Galisteu. O livro de Adriane foi vendido por R$9,90 na época. E o da família o primeiro, "Ayrton Senna Oficial Photobook" era mais de R$100 , o segundo e terceiro, “Ayrton Senna Vitória” e “Ayrton Senna: Uma viagem interativa” R$170. E também tem outros autores que lançaram livros de Senna, por exemplo: Christopher Hilton lançou uns 10 livros, sem exagero, sobre Ayrton Senna. Porque essas pessoas hipócritas  não criticam Viviane Senna e todos esses autores? Alguns nem sequer conheceram Ayrton pessoalmente. Fizeram para faturar em cima dele. Porque Adriane a futura esposa do campeão não podia o fazer? Como futura esposa ela tem todo o direito sobre a memória dele. A história pertence aos dois. Pertence a Ayrton e Adriane também. Ela pode fazer com a história dela e dele o que quiser, tem todo o direito como a mulher que se casaria com o campeão. 

Viviane Senna além de fundar um instituto, o que Ayrton nunca concordaria como dito anteriormente, ela ainda vendi de tudo na fundação, não só livros contando a vida de Ayrton, como chaveirinhos, capacetes, canecas, canetas, só falta vender cuecas com as logomarcas de Ayrton Senna, o duplo S e a assinatura dele. Viviane Senna e a família não se contentaram em ficar com a fortuna de Ayrton, mas quiseram explorá-lo até o talo.... Foram "salvos pelo gongo", pois, mais um pouco ele já estaria casado com Adriane.

Ayrton nunca gostaria disso, de ter um instituto no nome dele, Viviane mesmo confessou que a idéia da fundação não foi dele, mas ela convenientemente alimentou essa informação por quase 20 anos e só há pouco tempo revelou a verdade, que ele nunca quis na realidade uma entidade no nome dele.

Essas pessoas hipócritas tinham que ver tudo isso antes de abrir a boca e criticar Adriane Galisteu por um simples livro, que na verdade é uma homenagem, Adriane não invadi em nenhum momento a intimidade dele, ela não conta nada demais no livro, ela enaltece o grande homem que Ayrton foi.

Quem invadi a intimidade dele é a própria Viviane Senna com esse instituto, ganhando dinheiro com o nome dele, com o pretexto de estar ajudando criancinhas. Ela doa uma parte das doações, mas a outra parte da doações e vendas de produtos vai para o bolso dela sem dúvidas. É assim que funciona um instituto, todo mundo sabe. Como entra muito dinheiro eles doam. O governo permite porque eles ganham mas pelo menos está ajudando. E é assim...

E de pensar que Viviane falava aos quatro ventos que Adriane explorava a imagem de Ayrton, ah vá...
Viviane Senna, como disse, só falta vender cuecas com o nome dele, se promove divulgando que faz caridades, se passando como boa samaritana, tudo que o irmão odiava ela faz.

Viviane e essas pessoas que criticam Adriane são todas hipócritas. 

Vejam o vídeo da Viviane Senna revelando que mentiu sobre o Instituto Ayrton Senna:


quarta-feira, 29 de janeiro de 2014

Adriane Galisteu Alma Gemêa de Ayrton Senna

Ayrton e Adriane
Foto: Jean-Marc Loubat


TRADUÇÃO LIVRE

Adriane Galisteu conheceu Ayrton Senna no Grande Prêmio do Brasil 1993 , enquanto trabalhava como promotora da Shell (Grid Girl). Até o fim da vida, Ayrton e Adriane formavam um par perfeito, embora a família dele não aprovasse o relacionamento por não considerá-la a altura deles, em uma posição social suficiente.

Adriane tinha apenas 21 anos quando Ayrton morreu, e tendo o acompanhado em todo o mundo no último ano de sua vida, muitos a consideram como sua alma gêmea, e acreditasse que ele foi criado para propor a ela .


Ela foi esnobado pela família após a sua morte e mais tarde escreveu um livro intitulado “Minha vida com Ayrton”. Agora aos 38 anos, ela tem um papel de grande sucesso como apresentador de TV com um público de dezenas de milhões de pessoas.


IDIOMA ORIGINAL

Adriane Galisteu met Ayrton Senna at the 1993 Brazilian Grand Prix while working a PR role for McLaren sponsor Marlboro. For the rest of his life, the pair were an item, although the family disapproved of their relationship as they did not consider her of high enough social standing.
She was just 21 when he died, and having accompanied him across the globe for the last year of his life, many regarded her as his soul-mate, and it was widely believed that he was set to propose to her.
She was snubbed by the family after his death and later wrote a book titled My Life with Ayrton. Now 38, she enjoys a highly successful role as a TV presenter with an audience in the tens of millions.

SOURCE: Richards F1


FONTE PESQUISADA

Remembering Ayrton: The ladies in his life. Disponível em: <http://richardsf1.com/2011/07/22/remembering-ayrton-the-ladies-in-his-life/>. Acesso em: 1 de agosto 2012.

Adriane Galisteu soulmate of Ayrton Senna



Adriane Galisteu met Ayrton Senna at the 1993 Brazilian Grand Prix while working a PR role for McLaren sponsor Marlboro. For the rest of his life, the pair were an item, although the family disapproved of their relationship as they did not consider her of high enough social standing.
She was just 21 when he died, and having accompanied him across the globe for the last year of his life, many regarded her as his soul-mate, and it was widely believed that he was set to propose to her.
She was snubbed by the family after his death and later wrote a book titled My Life with Ayrton. Now 38, she enjoys a highly successful role as a TV presenter with an audience in the tens of millions.
[Images via Formula 1 Database, Global Beauties, Senna 4-Ever, Senna World]


SOURCE: Richards F1

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EM PORTUGUÊS

Adriane Galisteu conheceu Ayrton Senna no Grande Prêmio do Brasil 1993 , enquanto trabalhava um papel de relações públicas para patrocinar a McLaren Marlboro . Para o resto de sua vida, a par eram um item, embora a família não aprovava o relacionamento por não considerá-la de alto o suficiente posição social.
Ela tinha apenas 21 anos quando morreu , e tendo o acompanhou em todo o mundo para o último ano de sua vida, muitos considerado como sua alma gêmea , e acreditava-se que ele foi criado para propor a ela .
Ela foi esnobado pela família após a sua morte e mais tarde escreveu um livro intitulado Minha vida com Ayrton . Agora 38, ela gosta de um papel de grande sucesso como apresentador de TV com um público de dezenas de milhões de pessoas.
[ Imagens via Formula 1 banco de dados , o Global Beauties , Senna 4-Ever , Senna Mundo ]


FONTE PESQUISADA

Remembering Ayrton: The ladies in his life. Disponível em: <http://richardsf1.com/2011/07/22/remembering-ayrton-the-ladies-in-his-life/>. Acesso em: 1 de agosto 2012.

terça-feira, 28 de janeiro de 2014

Roberto Carlos Faz Homenagem ao Amigo Ayrton Senna no Facebook

Arquivo Pessoal de Roberto Carlos

Roberto Carlos essa tarde fez uma homenagem a Ayrton Senna e usou uma legenda para expressar a saudade que está do amigo, a postagem bateu o recorde recebendo milhares de curtidas e compartilhamentos:

"Amigos eu ganhei saudades eu senti partindo" Quem não souber o nome do famoso piloto ao lado de Roberto Carlos deve ter nascido hoje! 

Roberto postou saudosamente e provocando os fãs.

Uma jornalista alemã denuncia: os cartolas da F-1 mandaram o piloto “esquecer a segurança”

Foto: Autogramm



Ayrton Senna
A vítima da máquina

Piloto de fama internacional, empresário, homem público, herói – Ayrton Senna teve, ao longo de sua carreira, a vida esmiuçada por repórteres de todo o mundo. Há ainda alguma coisa a dizer sobre ele que interesse a seus fãs? Há. E muita.

No seu livro Ayrton Senna – sua Vitória, seu legado, que acaba de ser lançado no Brasil (Ed. Record), a jornalista alemã Karin Sturm joga novas luzes sobre a fascinante personalidade do imbatível campeão da Fórmula-1, morto no dia 1º de maio do ano passado em Ímola, Itália.

Especializada em Fórmula-1, Karin acompanhou durante dez anos a carreira do piloto em pistas de todo o mundo.

Seu livro – edição de luxo imprensa na Alemanha em papel couchê e com dezenas de fotos em cores – começa ali, onde acaba a vida de Senna. Ele ficara bastante abalado com o acidente envolvendo seu amigo Rubens Barrichello e com a morte de Roland Ratzenberger, na véspera, durante os treinos. Esteve pessoalmente nos locais dos acidentes querendo saber, em primeira mão, como tinham, de fato, acontecido. Os cartolas da Fórmula-1 não gostaram.

Para pressiona-lo a enquadrar-se e a concentrar-se na corrida, os stewarts of the meeting, comissários da prova, lhe mandaram uma advertência por escrito, avisando que lugar de piloto era no boxe. Cabia apenas ao responsável pela segurança preocupar-se com acidentes. Senna era, de fato, um piloto diferente dos outros.

“Além de dedicar-se à velocidade, ele também sabia o que se passava fora do circo da Fórmula-1”, diz Karin. “Só aturava a cartolagem porque não conseguia viver fora das pistas.” Numa profissão caracterizada pela competição feroz, ele acabou conquistando a simpatia e o respeito de rivais os quais deveria, conforme os padrões comportamentais da Fórmula-1, apenas odiar.

Berger: “Ele estava acima da gente”

É o caso de Gerhard Berger, que assina o prefácio do livro. Escreve ele: “Seguramente há ainda hoje muitos na Fórmula-1 que acham que poderiam ter derrotado Senna. Tudo que posso dizer disso é: que pena, eles não têm idéia da distância a que estavam de Senna. Tive a felicidade de conhece-lo suficientemente bem para fazer esta avaliação.”

“Ele estava simplesmente dois ou três degraus acima de nós todos”, afirma em outro trecho Berger, com surpreendente humildade.

Segundo Karin, Senna desinteressou-se pela ex-namorada Xuxa porque ela deu declarações aos jornais sobre o namoro dos dois: “Outros pilotos gostavam de falar sobre cada noite, em cada cidade diferente, em uma garota diferente. Para Senna, era ruim quando qualquer história dessas se espalhava.”

Outro potin diz respeito à modelo Marcella Prado, que anunciou, em 1993, estar esperando um filho do piloto. Quando Senna soube da gravidez de Marcella, comentou: “Não pode ser! Mas se for menino, pode se chamar Alain.” Referia-se certamente, a Alain Prost, seu antigo desafeto na Fórmula-1, com o qual, aliás, se reconciliaria pouco antes de morrer. Depois disso, Senna falou a sério com seu amigo Gerd Krämer: “Se houvesse a menor possibilidade de ser meu filho, eu faria os testes imediatamente. E, se fosse meu filho, é claro que o assumiria. Mas não é o caso.”


Segundo Karin, a namorada que Senna assumiu realmente foi Adriane Galisteu. Na véspera do acidente o piloto telefonou para ela, de Ímola, e disse: “Estou com um pressentimento muito ruim em relação a essa corrida, preferia não participar.” É o que todos gostariam que tivesse acontecido.

Ayrton Senna só assumiu de verdade Adriane Galisteu






FONTE PESQUISADA

Ayrton Senna: A vítima da máquina. Manchete, Rio de Janeiro, nº 2234, 28 de janeiro 1995.